Arta Terme in Carnia

Dove

Friuli Venezia Giulia

Durata

8 giorni

Periodo

Estate

Tipo

Vacanze estive

Arta Terme in Carnia: vacanze estive sulle Silent Alps friulane

Arta Terme è un paese che si trova a 422 mt, in provincia di Udine nell’area alpina denominata Carnia. È quella parte del Friuli Venezia Giulia che confina con il Veneto e l’Austria dove si possono trovare le alte vette delle Alpi Fiulane tra cui il famoso Zoncolan.

La Carnia è racchiusa tra il fiume Tagliamento e le montagne. Sono zone più riservate e meno atte al turismo di massa, un luogo adatto a chi cerca una montagna più selvaggia, dura, poco rumorosa e affollata. In questa zone si parla di Silent Alps: grandi prati, montagne coperte di abeti, larici, castagni e faggi e tanto silenzio. Insomma un luogo accogliente, ma non per tutti.

Abbiamo scelto Arta Terme come base, perché ci è sembrato un buon punto di partenza per varie attrazioni ed escursioni. Il paese è piccolo si conoscono tutti e il senso di comunità è molto forte, qui prediligono un turismo lento nel rispetto delle tradizioni tipiche.

Oltre alla bellezza più rude delle montagne friulane ci portiamo a casa un ottima esperienza naturalistica e culinaria. Infatti la cucina carnica è ricca di piatti corposi come la polenta, i cjarsons (abbiamo perso la speranza di pronunciarlo correttamente!), il Toc in Braide, i formaggi stagionati dal sapore deciso e i vini bianchi.

Abbiamo alloggiato al Grand Hotel Gortani (Via Umberto I, 43) in una camera comfort. Arredamento classico, ma con tutto il necessario, persino un mini terrazzo con stendibiancheria. Cibo molto buono e abbondante al ristorante dell’hotel. Il parcheggio dell’hotel è interno, all’aperto e gratuito.

Descrizione del viaggio

Primo giorno - Arta Terme

Abbiamo iniziato esplorando la cittadina di Arta Terme, meta anche per passeggiate serali durante la vacanza. La città è famosa per le sue terme grazie al grande centro benessere ” Terme di Arta”, che sfrutta le proprietà delle acque della sorgente Pudia.

Abbiamo visitato il centro storico dove ci sono piccole botteghe locali con prodotti tipici come miele, formaggi, cjarsòns carnici e distillati di prugna e pera.

Proseguendo la passeggiata verso il borgo di Piano d’Arta si può visitare la piccola Chiesa di Chiusini con affreschi del XIII secolo e più avanti la Chiesa di San Nicolò degli Alzeri. La chiesa risale al XIII secolo e ha una particolare forma ottagonale.

Abbiamo proseguito verso l’Agriturismo Randis. Qui abbiamo pranzato molto bene sotto il pergolato all’aperto. Randis offre anche camere e tra le principali attività ci sono il turismo equestre (passeggiate, trekking) e la scuola di equitazione (equitazione inglese) per adulti e bambini.

Dopo pranzo siamo tornati all’hotel ad Arta Terme, perché il cielo si stava comprendo e stava per arrivare un brutto temporale.

Secondo giorno - Illegio

Il secondo giorno siamo andati ad Illegio, il paese dei mulini. Un piccolo borghetto di case medievali in pietra che sembra uscito da un’altra epoca. Tutto è ordinato e curato e vige la calma e il silenzio.

Abbiamo parcheggiato in Via Beorchia, 30, 33028 Illegio (UD). Il parcheggio è libero e gratuito.

La tranquilla visita del paese e dei mulini l’abbiamo riservata al pomeriggio, visto il caldo. La mattina invece abbiamo optato per una breve escursione fino alla Pieve di San Floriano. La Chiesa è quasi sempre chiusa, ma il paesaggio vale la passeggiata. Una volta saliti si domina tutta la Valle del But, si vedono i fitti boschi sulle montagne circostanti e tutto il corso del Tagliamento. Da Illegio bisogna seguire il sentiero Troi par sot la crete. Qui trovate la descrizione del percorso.

A pranzo ci siamo fermati a La Buteghe di Pierute (Via Damarie). Il ristorante è bellissimo disposto su tre salette che sembrano piccole baite. Ovviamente  abbiamo assaggiato per la prima volta i Cjiarson alle erbe aromatiche e sono buonissimi. Qualcuno di voi potrebbe ricordarsi del locale, perché ha partecipato a 4 Ristoranti nel 2020.

Nel pomeriggio abbiamo visitato Illegio, camminando per le stradine si individuano molto facilmente gli 8 mulini usati in passato per macinare il grano. L’unico ancora funzionante è il Mulino dal Flec. Attraversando il paese a tratti si scorge il Rio Touf che fa muovere le ruote dei mulini, quindi basta seguirlo per vederli tutti. Al centro del paese c’è la sorgente del piccolo ruscello, ovvero il laghetto Touf, dove si può vedere Corte Isule (o Corte Anzil). Si tratta di una tipica casa colonica carninca con porticato d’accesso, stalle e fienili.

Terzo giorno - Ravascletto e Pesariis

Ravascletto è un paesino molto carino, che ha mantenuto case, chiese e fienili in puro stile architettonico carnico. È meta turistica estiva e invernale, perché da qui si può prendere la funivia per salire allo Zoncolan. Si trova in una conca soleggiata.

Lasciata l’auto al parcheggio di fianco all’Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica (Via Valcalda, 17) e dopo una breve visita al paese, abbiamo preso la Funivia Ravascletto-Zoncolan.

Una volta scesi dalla funivia abbiamo seguito il sentiero e abbiamo passeggiato in vetta fino a raggiunger il rifugio Tamai. Abbiamo proseguito ancora più in la per qualche km e poi siamo tornati indietro a riprendere la funivia. Il paesaggio dallo Zoncolan è molto suggestivo e si vede ancora qualche ciclista sfidarlo senza l’ausilio dell’elettrico e rendere omaggio al Monumento al ciclista scalatore Zoncolan, ma sono pochi i temerari.
In ogni caso se volete proseguire verso i sentieri in quota, qui abbiamo un elenco delle escursioni sullo Zoncolan.

Tornati a Ravascletto abbiamo pranzato al Ristorante Pace Alpina. Nel continuare il tour gastronomico carnico questa volta ci siamo buttati sul gulasch e polenta.

Nel pomeriggio ci siamo trasferiti a Pesariis, il paese degli orologi. È una frazione del comune di Prato Carnico, in Val Pesarina, a 750 mt di quota.

Abbiamo parcheggiato in prossimità dell’orologio a palette giganti (Pesariis, 125A). Il posteggio è libero e gratuito.

Il paese si presenta con le tipiche case dai tetti spioventi e dai muri in pietra. Nonostante le dimensioni ridotte vanta una tradizione artigianale nella manifattura degli orologi che risale al Seicento. Il borgo è un museo a cielo aperto godibile attraverso il percorso degli orologi monumentali. Qui la mappa espositiva.
C’è davvero da rimanere sbalorditi per l’ingegno e le peculiarità degli orologi: dalle meridiane agli orologi a cremagliera e ad acqua. Terminata la caccia al tesoro per il paese abbiamo deciso di visitare anche il Museo dell’Orologeria Pesarina (Pesariis, 68)

Quarto giorno - Zuglio e Tolmezzo

Abbiamo deciso di fare questa escursione prendendo le biciclette all’Hotel Gortani. Con due belle mountain bike muscolari a noleggio (servizio a pagamento) siamo partiti da Arta Terme arrivando fino a Tolmezzo, passando per Zuglio.

Il percorso è lungo circa 20km totali con un dislivello di 170mt e si snoda sulla ciclabile carnica indicata come FVG8 Ciclovia Carnica (seguire cartelli con questa indicazione). Questa ciclabile è molto lunga e permette di attraversare diversi paesi favorendo un cicloturismo di grande valore storico e naturalistico.
Il segnavia FGV8 parte dal paese di Carnia, staccandosi dalla Ciclovia Alpe Adria e termina nel paese di Treppo Carnico, passando per Tolmezzo, Arta Terme, Zuglio (ecc.) per una distanza totale di 40km.

Noi ne abbiamo percorso solo un tratto appunto, fino a Tolmezzo e ritorno. La ciclabile è ben tenuta e praticamente pianeggiante a parte qualche piccolo avvallamento. Il percorso è adatto a tutti, fate solo attenzione al caldo in estate, perché è molto piacevole pedalare, ma il tragitto è lungo. Ci sono tratti nel bosco, che costeggiano prati e campi, il torrent But e poi il Tagliamento. Il manto stradale alterna tratti in asfalto, sterrato e acciotolato.

La ciclabile ad Arta Terme si prende dietro le Terme: passato il ponte sul torrente But che porta all’area termale, girate dietro al parcheggio e imboccare la strada che porta nel parchetto di fianco alle terme.
Si costeggia il letto del But da molto vicino per un tratto di qualche metro fino ad arrivare ad un punto in ghiaia che sembra guadare il torrente Bueda affluente del But (non c’era acqua quando siamo andati noi). Superato questo guado girare a destra e seguire le indicazioni della ciclovia FGV8. Qui trovate la descrizione del percorso che abbiamo fatto noi (considerate solo il tratto da Tolmezzo ad Arta Terme).

La prima tappa è Zuglio, un piccolo paese dove si possono ancora vedere le rovine dell’antico foro romano (Via Attilio Regolo, 14). In epoca romana chiamata Iulium Carnicum, Zuglio fu edificata nel periodo del proconsolato di Giulio Cesare.

Una volta visto il foro romano riprendiamo la strada e torniamo sulla ciclabile e andiamo avanti fino a raggiungere Tolmezzo, capoluogo della Carnia. Tolmezzo è una cittadina con un centro storico dai caratteristici portici, che conserva ancora tracce quattrocentesche. Si entra in città attraversando il ponte in Via Tre Croci e sbucando in via Giacomo Matteotti.
Da qui percorrendo via Cavour si arriva al settecentesco Duomo Arcidiaconale di San Martino (Piazza XX Settembre, 1). Molto bella anche Piazza XX Settembre con i caffè storici dove fare una piccola pausa di relax.

A pranzo ci siamo fermati all’Antica Osteria Valle (via Marchi 13/15). Una spaghetteria dove la pasta è superlativa e talmente abbondante che un piatto è bastato per due.

Dopo aver fatto il pieno di carboidrati abbiamo gironzolato ancora un po’ per la città e poi abbiamo ripreso la ciclabile a ritroso per tornare ad Arta Terme.

Quinto giorno - Paularo

Paularo è un bel paese, immerso nel verde della Valle d’Incarojo. Si trova a 690 mt di quota e si ha una splendida vista sul gruppo montuoso circostante, tra cui il Monte Paularo. Nel paese si possono scorgere qua e la le tipiche case alpine oltre a sculture in legno e gli immancabili fiori.

Abbiamo parcheggiato in Via Roma 58, dove c’è un posteggio abbastanza grande e gratuito. Da qui siamo partiti proseguendo per la medesima via e poi verso via Marconi.

Abbiamo fatto un giro fra le vie del centro dove si può trovare: Palazzo Calice Screm (Via Pal Piccolo), che è un esempio di casa carnica con le tipiche logge sovrapposte, il settecentesco Palazzo Mocenico Linussio Fabiani (Via Cason di Lanza, 2), dimora della famiglia Linussio, che ebbe un’importante ruolo nell’industria tessile europea nel Settecento. Poi vi è la Mozartina (Via Jacopo Linussio, 24), sede museale e concertuale per la divulgazione della cultura musicale e umanistica, l’Ecomuseo I Mistîrs (Via S. Sbrizzai, 13) dove si ripercorre e preserva la memoria storica e culturale di Paularo e della Val d’Incarojo.
Qui un elenco delle attrazioni storiche e culturali di Paularo.

Dopo il centro ci siamo diretti alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia, che si raggiunge dopo una salita dalla Strada Provinciale 23. Si trova su uno sperone di roccia e, maestosa, domina tutta Paularo. Davanti ha un colonnato ionico in pietra bianca costruito nel XIX secolo. L’edificio attuale risale al Settencento. Molto belli anche gli interni affrescati e i dipinti.

Siamo ridiscesi e abbiamo pranzato nel vicino Bar Al Cavallino (Via Marconi 4). La signora che ci ha accolto è stata molto gentile e cordiale. Un ristorante rustico e semplice con piatti di ottima qualità. Abbiamo mangiato molto bene, ovviamente tutta cucina carnica.

Nel pomeriggio abbiamo fatto un ultimo giro  costeggiando il Torrente Chiarsò (Via Nisola) che passa ai margini di Paularo. Lungo il torrente si possono ammirare varie cascatine.

Sesto giorno - Sauris

Sauris o Zahre (detto in friulano) è un borgo di montagna ai confini delle Dolimiti del Cadore, diviso in tre frazioni: Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis. Ci sono vari sentieri escursionisti in questa zona e qui trovate le indicazioni.

Noi siamo partiti per la nostra gita da Sauris di Sotto (1.200 mt di quota) e abbiamo lasciato l’auto in uno dei parcheggi che si trovano lungo la SP73 (SP73, 11, 33020 Sauris UD).

Lasciata l’auto abbiamo fatto un giro per il paese prima di partire (verso le 11:00) con un’escursione che ci ha portato a Sauris di sopra (circa 1h 30m di cammino). Nei pressi della Locanda Alla Pace (Via Sauris di Sotto, 38) si imbocca il tracciato 1B (descrizione sentiero 1B) e si incrocia più avanti il sentiero 1C. Ad un certo punto si arriva al C’entro Bar & Co dove ci siamo fermati a pranzo.

Dopo pranzo abbiamo continuato lungo il sentiero 1G (descrizione sentiero 1G) fino ad arrivare a Sauris di Sopra (1.400 mt di quota). Al ritorno abbiamo seguito lo stesso percorso seguendo i sentieri 1G e 1B.

Prima di tornare in albergo vi consigliamo una capatina al Lago di Sauris. Il Lago di Sauris o della Maina è un bellissimo bacino artificiale dal colore azzurro intenso. Vale la pena una sosta contemplativa.
La particolarità è che durante le opere manutentive, il lago viene completamente svuotato e riemerge dalle acque il borgo di La Maina. Il paese fu sepolto dalla acque quando vennero costruiti negli anni ’50 il bacino e l’imponente diga di Sauris alta 136 m.

Se arrivate al lago per ora di cena, vi è anche un ristorante con vista direttamente sul bacino, il Ristorante Oro Nero.

Settimo giorno - Sappada

Il borgo montano di Sappada è una località prettamente turistica, alle propaggini settentrionali delle Dolomiti, che conserva ancora oggi le antiche tradizioni e regala panorami da mozzare il fiato.

Parcheggiata la macchina in prossimità della Chiesa di Santa Margherita (Borgata Granvilla, 171) ci incamminiamo lungo la via principale, che attraversa il paese. Qui troviamo botteghe artigiane, drogherie con prodotti tipici e molti alberghi. Tutto in stile alpino: legno, fiori colorati e aria frizzante. Qui trovate un elenco dei luoghi più belli da visitare.

Abbiamo proseguito l’itinerario salendo verso le Cascatelle di Borgata Mühlbach e poi visitando il Piccolo Museo della Grande Guerra. Si arriva in borgata Mühlbach, si attraversa il ponte di legno e si segue la strada asfaltata con le indicazioni per il Museo e la Via Crucis.
Si arriva prima al museo, che è una rarità di testimonianze della guerra, molto interessante. Salendo ancora una serie di passerelle e ponticelli si arriva alla meravigliosa cascata alta 50 m.

Poi abbiamo visitato la parte più antica, ovvero Sappada Vecchia, che si sviluppa nella parte alta e si caratterizza per le tradizionali case in legno, costruite secondo la tecnica del Blockbau”.

Finita la visita alla parte vecchia siamo ridiscesi e percorrendo a ritroso la Strada Regionale 355 a piedi abbiamo trovato ristoro per pranzo al Kluit – Brace (Borgata Fontana, 44). Un ristorante molto carino ed elegante con una scelta di tagli di carne top e una selezione di salumi buonissimi.

Abbiamo ripreso Strada Regionale 355 per tornare al punto di partenza, ovvero il parcheggio. Sulla strada abbiamo fatto una piccola sosta ad ammirare dall’esterno i cervi, i daini e le caprette del Parco della fauna alpina.

Ottavo giorno - Ovaro

Ovaro è un piccolo borgo nella Valle del Degano, che offre numerose passeggiate abbastanza facili a fondovalle.

Noi abbiamo seguito uno di questi sentieri ad anello. Nello specifico quello che trovate qui denominato Ovaro – Clavais – territorio  di Comeglians – Ovaro.
Vi consigliamo di partire presto, perché è lungo (quasi 2h) e con vari tratti esposti al sole, quindi conviene approfittare delle ore meno calde.
Si alternano tratti più suggestivi nel bosco di abeti, nei paesini caratteristici, a tratti immersi nei prati. Una passeggiata rilassante con qualche breve salita.

Abbiamo parcheggiato in Via Ex Ferrovia 1. Si esce dal parcheggio verso sinistra e si tiene sempre la sinistra percorrendo un tratto della S.P. 123 fino a passare davanti alla Parrocchia della Santissima Trinità.

Qui passata la chiesa si imbocca Via Lenzone sulla destra. Si percorre tutta la Via Lenzone e poi si prende Via Liariis e a circa 1,5 km si incontra la Chiesa della Beata Vergine del Carmine. Si prosegue sempre su questa via attraversando un centro abitato e poi si prende via Aquileia (se prendete la variante a sinistra è più corta), che porta nel paese di Clavais.

Percorrete via Clavais e al bivio girate a sinistra in via Moneana di Clavais. Proseguite dritti verso Viale Aquileia. Trovate un tratto nel bosco che vi fa sbucare ad un bivio (cartello Località Braida a destra). Proseguite dritti costeggiando una bellissima casa in pietra (siete ancora su Viale Aquileia).

Alla fine del lunghissimo Viale Aquileia si arriva alla strada per la Frazione Maranzanis. Seguite questa strada tenendovi tutto a sinistra una volta che Sto arrivando!ivate al bivio con il cartello in legno per Ravascletto, Braida e Clavais.

Continuate dritti e arrivate alla prima case di Comeglians poi proseguite in Piazza S. Niccolò. Al termine di questa via svoltate a sinistra e vi ritrovate sulla via principale ovvero, Via del Municipo.

Qui a Comeglians ci sono vari bar dove potersi fermare per riposarsi un attimo e mangiare qualcosa. Al ritorno potete rifare lo stesso itinerario a ritroso oppure percorrere a piedi la Strada Statale 465 e SR355.

Panda Tips

Vi suggeriamo, a nostro parere, di iniziare i giri da Sappada un’incantevole paese alpino a 1250mt. Rientra fra i “Borghi più belli d’Italia” e merita questo riconoscimento. Una località tipicamente montana dove si vedono case e alberghi in legno, i fiori colorati a tutti i balconi e quella aria frizzantina anche in pieno agosto, che ricorda Livigno.

Divisa in 14 borgate con una parte alta più vecchia e storica e la parte bassa più turistica è decisamente un tesoro delle Dolomiti (Peralba – Chiadenis – Avanza) circondato da queste meravigliose montagne in Val Sesis

Potreste addirittura pensare di alloggiare in uno degli hotel presenti a Sappada e orientare la vacanza verso questa parte delle Carnia.

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